venerdì 19 maggio 2017

Apple Pay è disponibile finalmente anche in Italia

Finalmente arriva anche in Italia Apple Pay, un sistema di pagamenti creato da Apple e lanciato per la prima volta ad ottobre 2014 negli USA che consente di utilizzare il proprio iPhone o Apple Watch per pagare nei negozi, proprio come una carta di credito. I requisiti necessari per utilizzare questo sistema sono avere un dispositivo supportato e una carta di credito o debito supportata, che dovrà essere associata al conto.
I negozi che accettano Apple Pay, dispongono di un POS apposito dotato di chip NFC (Near Field Communication), ossia un sistema di comunicazione via radio a corto raggio. Questo vuol dire che, per pagare tramite iPhone o Alle Watch, basta poggiare il dispositivo sul POS del commerciante. Oltre che in negozi fisici, Apple Pay funziona anche come sistema di pagamento online (in stile PayPal) e può essere utilizzato anche per pagare su siti web (ma solo su browser Safari) o all’interno di app iOS.


Come si attiva? Il servizio di pagamenti della mela non ha un’applicazione dedicata: per attivare Apple Pay bisogna utilizzare Wallet. Una volta avviato Wallet, in alto appare un riquadro che invita a configurare il servizio: è sufficiente cliccare su Aggiungi carta di credito o di debito, quindi proseguire nella schermata informativa e successivamente inquadrare la propria carta con lo smartphone. Wallet riconoscerà automaticamente tutti i dati utili (numero, data di scadenza e intestatario) e procederà ad aggiungere la carta. Per pagare con Apple Pay è sufficiente poggiare il dispositivo su un POS supportato, esattamente come fareste con una carta di credito contactless: l’importante è tenere il dito poggiato sul Touch ID, poiché tramite le impronte digitali Apple verifica la nostra identità e autorizza il pagamento.
Quali negozi accettano Apple Pay? Moltissime catene di distribuzione accettano già Apple Pay e, col tempo, sempre più venditori supporteranno questo sistema di pagamenti: potete riconoscere gli esercenti che accettano questo sistema di pagamenti grazie ad uno degli appositi adesivi esposti in vetrina (vedi immagine qui sotto), che si troverà probabilmente accanto a tutti gli altri sticker che indicano i circuiti bancari. Oltre che nei negozi fisici, Apple Pay può essere utilizzato anche su alcune app e siti, che accettano già questo sistema di pagamento. Anche in questo caso, l’autorizzazione al pagamento viene eseguita tramite Touch ID.
Quali banche sono supportate? Attualmente gli unici servizi bancari che supportano Apple Pay in Italia sono Unicredit, Carrefour Banca e Boon. Entro la fine dell’anno, a questi si aggiungeranno anche American Express, CartaBBC, ExpendiaSmart, Fineco Bank, Hype, Banca Mediolanum, N26, widiba.

Google nacque 20 anni fa

Questo articolo trovato nel web, proprio attraverso Google, è molto interessante ed evidenzia come l'Italia ancora una volta abbia avuto un ruolo fondamentale nella nascita di qualcosa di nuovo...

Oggi voglio raccontarvi come è nata l’idea di Google. Perché è accaduto esattamente venti anni fa. Tra il 7 e l’11 aprile del 1997. A Santa Clara, in Silicon Valley, c’era una conferenza sul web, che era appena partito peraltro. A un certo punto prese la parola un giovane matematico italiano, Massimo Marchiori, ricercatore all’università di Padova. Espose la sua teoria su come poteva funzionare un motore di ricerca per mettere ordine in quell’universo in esplosione di siti e pagine che era il web. Il meccanismo individuato da Marchiori era semplice eppure geniale. Oppure geniale proprio perché semplice. In testa ai risultati il motore di ricerca avrebbe messo i siti web più linkati dagli altri, perché il link, il collegamento messo da altri, indicava il fatto che fossero migliori. Dopo il suo discorso lo avvicinò un giovane ricercatore americano, Larry Page, si fece spiegare meglio l’idea e disse che avrebbe provato a realizzarla.


Marchiori tornò in Italia, chiese un finanziamento  e la sua università rispose di no: avrebbe piuttosto investito in una ricerca sulla storia della metallurgia. Page, assieme al suo compagno di studi, Sergey Brin, tornò a Stanford dove studiava, chiese un finanziamento, ottenne 100 mila dollari l’anno dopo nacque Google. Ve ne parlo oggi perché sono trascorsi venti anni esatti. Vent’anni in cui Google ha cambiato il mondo diventandone uno dei padroni. Nel frattempo Marchiori ha continuato a fare ricerca e si è messo ad insegnare matematica, qualche anno fa ha provato senza successo a lanciare un motore di ricerca alternativo a Google, Volunia, e ora lancia Negapedia, un nuovo sito che racconta il lato nascosto di Wikipedia, ovvero evidenzia tutte le battaglie che si fanno su ogni singola voce dell’enciclopedia più famosa del mondo che come è noto è scritta dagli utenti spesso attraverso mediazioni infinite. E’ interessante il lavoro che svolge l’algoritmo di Marchiori perché mette in luce il fatto che la verità non è un dogma assoluto ma si raggiunge attraverso un confronto a volte acceso alla fine del quale le opinioni perdono e vincono i fatti. Ma la verità è che venti anni fa l’Italia avrebbe potuto sviluppare Google e invece no: adesso al massimo sappiamo tutto della storia della metallurgia.


Artcolo originale sul sito www.agi.it