martedì 6 giugno 2017

Whatsapp: attenzione esiste un clone che è un malware

WhatsApp è stato accompagnato nelle ultime settimane sul Play Store di Google da un'altra applicazione con lo stesso nome ed un logo decisamente simile, che probabilmente contiene malware o qualche altro tip di codice malevolo. Il più celebre servizio di messaggistica al mondo è stato quindi clonato e, peraltro, non è la prima volta che questo accade.
L'esortazione quindi, nel caso si riceva un messaggio che chieda cifre di denaro, anche piccolissime, per rinnovare l'account di WhatsApp, è semplicemente di ignorarlo e cestinarlo. Tra pericoli di phishing e malware, gli utenti Android un po' meno attenti si sono imbattuti in una finta copia dello strumento di messaggistica. E non solo per piattaforme mobili.

Proprio questa serie di elementi, più alcune recensioni positive, avrebbe indotto nell'errore ben 100 mila utenti, che avrebbero installato quest'app: con quali conseguenze, è difficile dirlo. Nel giro di pochissimo tempo è stata subito segnalata al Play Store e Google l'ha rimossa, ma ribadiamo come in questi casi bisogni porre la massima attenzione a cosa si scarica e per non cadere in errore si può valutare il numero di download totali che ci sono stati.
Com'è possibile vedere dalla copia cache, l'applicazione si trovava sul Play Store già il 14 maggio, anche se con il nome di FHATSUPP. Successivamente, lo sviluppatore (che casualmente si chiama Whatshup) ha modificato il nome in "WhatsApp". In questo modo sarebbe stato più facile ingannare chi si fosse messo a cercare l'app di messaggistica, il cui nome ufficiale sullo store di Google è "WhatsApp Messenger".
L'applicazione è stata rimossa solamente nelle scorse ore e apparentemente lo sviluppatore è stato anch'egli cancellato dallo store di Google, ma la versione "tarocca" di WhatsApp è comunque rimasta per due settimane liberamente disponibile, totalizzando oltre 50.000 download.

Google: news su adblock su Chrome

La pubblicità è la prima fonte di guadagno per ogni l’azienda e sopratutto per quella di Google ma può diventare un problema in alcuni casi. Nel 2016 il software Ad Blocker Plus ha annunciato di aver raggiunto oltre 100 milioni di utenti attivi nel mondo.
Chrome potrebbe avere il suo ad-blocker, sia su desktop che su mobile (anche Safari su iPhone accetta estensioni per eliminare le pubblicità). Sarà un'opzione che l'utente dovrà attivare manualmente e, una volta fatto, consentirà di non riprodurre tutti i banner considerati "inaccettabili" attraverso le definizioni del gruppo Coalition for Better Ads. Fra quelli che verranno eliminati ci saranno i pop-up, i video in auto-play, i banner a pieno schermo, e altri.
La nuova opzione chiamata “Funding Choises” permette di proporre agli utenti due alternative. Questi possono disabilitare il software che attualmente utilizzano o pagare per vedere i contenuti che desiderano senza spot invasivi. Al momento la funzione è disponibile in tutto il Nord America, Regno Unito, Germania, Australia e Nuova Zelanda ma se la sperimentazione andrà come spera Google è probabile che verrà estesa anche ad altre nazioni. Lo stesso Sridhar Ramaswamy, Vice President di Ads&Commerce di Google, ritiene che “questi cambiamenti garantiscano a tutti i creatori di contenuti, grandi e piccoli, di continuare ad avere una maniera sostenibile per finanziare il proprio lavoro con la pubblicità online”. Molti editori quindi sono felici del cambiamento ma allo stesso tempo sono dubbiosi riguardo ai criteri scelti da Google per determinare se un annuncio sia da cancellare o meno.